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Avesa (Vr), ninfeo di villa Scopoli

Date

2 aprile 2017

SCHEDA LAVORO

OGGETTO:
Restauro della peschiera e degli elementi architettonico decorativi del recinto esterno e delle grotte

DATAZIONE:
fine XVI – inizi XVII secolo

UBICAZIONE:
Avesa (Vr), giardini di villa Scopoli, ex villa Del Bene

COMMITTENTE:
Pia Società Don Nicola Mazza

ALTA SORVEGLIANZA:
Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Province di Verona, Rovigo, Vicenza – arch. Gianna Gaudini

PROGETTO e D.L.:
A.c.M.e.Studio (Verona) – arch.Giovanni Castiglioni, arch. Raffaela Braggio, arch.Genziana Frigo, arch. Filippo Legnaghi

PERIODO INTERVENTO:

2004-2006

IL PROBLEMA

Intervento mirato al recupero e alla valorizzazione di un’opera architettonica e decorativa complessa e articolata, comprensiva di elementi in materiale lapideo, intonaci e murature di pregio, oltre che di un prezioso quanto sconosciuto ciclo decorativo a mosaico, graniglie, conchiglie e tartari, tipico delle fontane e dei giochi d’acqua dell’epoca e in gran parte occultato fino al momento del restauro da intonaci e coloriture di gusto ottocentesco.
Numerose le problematiche collegate all’abbondante presenza di materiali poco compatibili, come le malte cementizie, utilizzate in tempi più o meno recenti nel tentativo di arginare l’avanzare del degrado a causa della fragilità intrinseca del carattere costruttivo delle decorazioni e della loro lunga esposizione agli agenti atmosferici in assenza di manutenzione.

IL METODO

Unico scopo dell’intervento conservativo, su un manufatto così particolare e complesso, è stato quello di arrestarne il degrado e recuperare l’opera così come ci è pervenuta, ponendo attenzione a conservare sulle superfici la leggibilità stratigrafica di tutti gli interventi, antichi e recenti, che l’hanno interessata, rilevando ogni traccia che testimoni delle tecniche esecutive e delle variazioni subite nei secoli, e divenendo, quindi, occasione unica e fondamentale per lo studio e la ricostruzione storico-filologica dell’oggetto stesso.
L’intervento ha messo in luce, su quasi tutte le superfici, sia esterne che interne, la presenza di almeno tre momenti diversi della storia del manufatto. Queste sono riconoscibili da tre differenti strati di coloritura e da almeno tre differenti impasti di malte.  L’incrocio di questi dati con quelli provenienti dalle indagini diagnostiche e con quelli derivanti dallo studio storico-archivistico hanno portato ad una esauriente ricostruzione dell’iter storico del Ninfeo di villa Scopoli.