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Roma, Tempio di Adriano

Date

19 novembre 2016

SCHEDA LAVORO

DATAZIONE
Elementi architettonici in marmo THASSOS e peperino di epoca Adrianea. Elementi architettonici in stucco e intonaci sec. XIX

UBICAZIONE:
Roma, Piazza di Pietra – Palazzo della Camera di Commercio

COMMITTENTE:
Camera di Commercio di Roma

DIREZIONE LAVORI:
Soprintendenza Archeologica di Roma – dott.ssa Fedora Filippi; Soprintendenza per i beni architettonici di Roma – Arch. Paola Santilli

PERIODO DELL’INTERVENTO:
15/01/2007 – 18/04/2008

Lavoro eseguito in ATI con la Cooperativa C.B.C.

IL PROBLEMA

I resti del lato settentrionale del Tempio di Adriano, dedicato nel 145 a.C., con undici delle tredici colonne corinzie della peristasi e la trabeazione, inglobate nell’attuale Palazzo della Camera di Commercio in piazza di Pietra, costituiscono uno dei più importanti complessi monumentali di Roma.

Il restauro ha affrontato, al di là delle problematiche strettamente statiche e conservative, il tema generale delle relazioni tra i restauri pregressi e l’intervento attuale e quello del rapporto tra il monumento antico e le sue configurazioni oggetto anch’esse di restauro, ricercando il punto di equilibrio tra il rispetto filologico della stratificazione storica del corpo di fabbrica e la necessità di restituire una percezione visiva corretta del monumento antico.

IL METODO

Gli elementi in materiale lapideo sono stati oggetto di un intervento strettamente conservativo ispirato alla conservazione di tutte le tracce storiche, o storicizzate.

La conservazione delle pellicole ad ossalato è stata, dettata da un criterio di prudenza: la loro tenacia e la perfetta adesione alla superficie della pietra ne rendono, si sa, pericolosa la rimozione. Una scelta diversa è stata fatta unicamente per le parti marmoree dell’architrave, nel tentativo di ridare continuità a questo elemento architettonico così martoriato. Con il laser è stata rimossa o alleggerita la patinatura più recente che interrompeva, con striature nere alternate a zone bianche per dilavamento, gli elementi piani e, nelle cornici scolpite ad ovuli, creava un effetto in negativo con i risalti più scuri dei sottosquadri. La presenza di una patina più scura su una di colore più chiaro ci ha permesso di orientare in tal modo la scelta.

Il nostro intervento ha affrontando in modo unitario il restauro delle emergenze archeologiche e della architettura della facciata su Piazza di Pietra. Concluso il restauro delle parti archeologiche, si trattava dunque di rimettere in luce l’organismo architettonico frutto di così tante trasformazioni. I rifacimenti dell’architrave sono stati tinteggiati con tonalità analoghe con le scelte di Fontana, a concludere il monumento romano. Per i tre intercolumni di sinistra e per le tamponature laterali della peristasi si è stesa una malta a pozzolana per quanto possibile già colorata in impasto, in modo che assumesse un carattere di fondo, in continuità con il resto del colonnato, negando qualsiasi disegno architettonico in questa porzione dell’edificio.