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Napoli, Chiesa di San Giovanni a Carbonara, Pietro e Giovanni Alamanno

Date

31 marzo 2016

SCHEDA LAVORO

AUTORE:

Pietro e Giovanni Alamanno

DATAZIONE:

Fine XV secolo

UBICAZIONE:

Napoli, Museo della Certosa di San Martino

PROVENIENZA:

Napoli, Chiesa di San Giovanni a Carbonara, cappella del Presepe

COMMITTENTE:

Soprintendenza per il Polo Museale di Napoli – Dott.ssa Denise Pagano e Dott.ssa Maria Ida Catalano

PERIODO DELL’INTERVENTO:

2003

IL PROBLEMA

In origine la rappresentazione doveva essere costituita da quarantuno figure, secondo il documento di commissione dell’opera agli scultori Pietro e Giovanni Alamanno.

Le sculture scomparse probabilmente sono andate distrutte per problemi conservativi e alcune, negli ultimi anni, sono state rubate.

Il “supporto” ligneo e gli strati preparatori non presentavano gravi problemi conservativi, le problematiche più cruciali si concentravano invece sulla superficie.

Il problema conservativo maggiormente evidente è relativo alle ricostruzioni plastiche delle parti distrutte dal degrado e rifatte in precedenti restauri.

Il secondo problema è relativo allo stato di conservazione degli incarnati che in precedenti operazioni di pulitura sono stati molto abrasi.

IL METODO

Il nostro intervento non ha cancellato completamente gli interventi passati. Infatti si è deciso di non rimuovere le integrazioni plastiche attribuibili all’ultimo intervento. Per quanto brutte e in molti casi fuorvianti integrazioni, si è preferito non rimuoverle. Esigenze museali, continuità con l’intervento già eseguito sulla Madonna e sul S. Giuseppe sono state le principali motivazioni di questa scelta. La pulitura è stata effettuata rimuovendo per strati le sostanze soprammesse ed i depositi superficiali. Una volta rimossa la vernice di restauro si è cominciato a valutare bene lo stato di conservazione reale della pellicola pittorica.

I sollevamenti della pellicola pittorica sono stati consolidati con colla animale.

L’integrazione è stata eseguita limitando al massimo la ricostruzione plastica e cromatica delle lacune. Non si sono eseguite vere e proprie ricostruzioni plastiche sull’intaglio ligneo bensì solo limitate ricuciture delle fessurazioni e delle cavità più profonde prodotte dall’azione degli insetti xilofagi.

Le integrazioni plastiche dei precedenti restauri sono state trattate, dopo aver rimosso la reintegrazione cromatica ormai malamente alterata, con un leggero abbassamento di tono che le rende oggi chiaramente distinguibili dall’originale.

La verniciatura è stata eseguita graduando l’applicazione a seconda delle zone di policromia.